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Si narra che se le Odle portano il cappello (le nuvole) il tempo migliorerà.

Se invece la nuvola ci gira intorno – i locali la chiamano “sciabola” per la forma – non arriverà un buon giorno. Questo è uno dei tanti detti contadini degli abitanti della Val di Funes, orgogliosi delle proprie vette e della propria valle. In effetti non si possono non ammirare queste montagne che ci appaiono non appena si sale da Bressanone, brillando soprattutto al tramonto quando l’enrosadira le veste di caldi colori.

Il termine Odle, deriva da “Odles” che in ladino significa “aghi” e definisce molto bene la forma di queste montagne, un susseguirsi di punte tutte in fila. Le cime principali, appena sopra i 3.000m. sono il Sass Rigais e la FurchettaIl Sass Rigais, la Piccola Furchetta e la Gran Furchetta fanno parte delle vette principali del gruppo che arriva fino alla Forcella di Mesdì. Più a ovest troviamo la Gran Fermeda e la Piccola Fermeda, oltre il Campanile di Funes e la Gran Odla. 

Il Parco Naturale Puez-Odle viene spesso definito il libro di storia della Terra per l’importanza geologica rivestita dal suo territorio. I fenomeni geologici che qui possono essere osservati direttamente sono vari e di grande rilevanza. Così i paesaggi: dagli altipiani calcarei ai pascoli, dalle vette e dalle maestose pareti alle gole profonde e ai boschi da fiaba“. (cit. Dolomites UNESCO)

E dalla fiaba alle leggende il passo è breve. Qui di seguito una breve, affascinante storia collegata a questo splendido territorio. Altre informazioni e leggende potrete trovarle nel sito ufficiale della Fondazione Dolomites Unesco, nella sezione del sesto sistema dolomitico: quello delle Odle, per l’appunto.
Buona lettura!


La Gana e la fanciulla

Un tempo un pastore arrivato da altre valli venne scacciato dai pascoli fino ai piedi delle Odle, un luogo aspro dove si trovavano solo pietraie. Nella valle delle Canalette, che dalla Val Gardena sale fino al Sass Rigais, il pastore incontrò una “gana”, la figura leggendaria ladina che porta con se particolari forze magiche. La gana, alla presenza del pastore,  creò una sorgiva. In poco tempo il suolo che prima era un’arida pietraia si trasformò in un fertile pascolo. L’uomo così vi costruì non lontano la sua baita, e la gana continuò ad aiutarlo nei suoi lavori quotidiani. Poco tempo dopo il pastore incontrò una fanciulla, figlia di un contadino della valle, così bella e gentile che il pastore decise di sposarla. Da allora, la gana, scacciata dal padre della sposa, per vendetta maledì il pendio che rese fertile, facendolo diventare una pietraia che mai smise di estendersi.

© Mirko Sotgiu

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